La Fiera di Sant’Egidio, che dal pomeriggio del 31 agosto affolla il centro di Lanciano di bancarelle ricche di campanelle… e non solo, è uno degli appuntamenti più colorati e festosi del Settembre lancianese.

Nell’antichità gli artigiani esperti facevano campanelle e cestini. La tradizione voleva che i fidanzati compravano alle proprie innamorate un cestino dentro il quale sistemavano la frutta; le fidanzate, a loro volta, acquistavano una campanella per ricambiare il gesto. Al calare della sera, lontani dagli occhi indiscreti dei genitori, gli innamorati si scambiavano questi doni come promessa d’amore. Quelli sposati con figli, invece, regalavano ai bambini un giocattolo di legno.

Oggi la tradizione si è evoluta e in genere si compra e si regala la campanella di terracotta o di ceramica. E di solito è lei a ricevere il gradito dono da lui, anche se la fidanzata spesso decide di ricambiare.

Ma perché proprio la campanella? Questo simbolo si deve a Sant’Egidio, Abate Benedettino, vissuto fra il VII e l’ VIII secolo, santo protettore degli ammalati, tra i quali i lebbrosi. Questi portavano un bastone con un sonaglio affinché la gente fosse avvisata del loro arrivo. Da qui la campanella, che però ha assunto nel tempo tutto un altro significato.

Alla Fiera si possono poi trovare tanti altri oggetti: giocattoli di ogni tipo, pezzi di artigianato, manufatti vari.

Tutto contribuisce a creare un’atmosfera magica, dove lo sfavillio delle luci, il suono delle campanelle, le urla festose dei bambini in festa, gli abbracci tra fidanzati e la curiosità dei turisti si mescolano in un’unica, grande, gioia collettiva.